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Frankenstein di Guillermo del Toro: la recensione dell'Operatore Spaziale del film in streaming tra le novità Netflix

Il regista messicano azzarda un fedele adattamento del romanzo, forse il primo di fantascienza, di Mary Shelley 



Ma sarà riuscito a creare qualcosa di convincente? 


La storia è divisa in atti, che dividono il film in diversi momenti della vita dei protagonisti. In particolare, iniziamo col punto di vista del giovane baronetto Frankenstein e finiamo con quello del suo figlioccio, la Creatura.. 

E' così che del Toro, fedele all'intento dell'autrice, mette in mostra tutti i limiti dell'umano in un messaggio ancora oggi molto contemporaneo.. 



Il moderno Prometeo 


Il mito di Prometeo racconta del furto del dono del fuoco agli dei. In questo, la sua ribellione diventa rivoluzione, perché in un certo senso libera l'uomo dall'assoggettamento al divino. La citazione, quindi, è alla volontà del dottor Frankenstein di liberare l'uomo dalla morte.


Un horror che non è un horror.. 


Del Toro crea una visione che ha solo le tinte horror, ma vuole giustamente lasciare spazio al racconto, al messaggio. Lo vediamo nella scena in cui Elisabetta vede per la prima volta la Creatura, oppure quando quest'ultima si palesa a Victor dall'ombra in cui si era nascosto nel suo studio la sera della festa per il matrimonio del fratello. 


Un inno al romanticismo 


Del Toro ha studiato, eccome se ha studiato: la scena iniziale, forse una delle più convincenti, è una palese citazione del pittore romantico Friedrich: l'eroe romantico è il vero protagonista del film, l'uomo nuovo che non ha odio ma vuole amore, che non sa ma vuole imparare..


Il mostro è un essere solo e spaventato..


Il mostro in realtà non è un mostro: il mostro è dentro di noi, è il lato oscuro dell'umanità, come la colta Shelley vuol farci capire col suo romanzo. Come in tutte le storie che riguardano la nostra vita, il vero nemico è dentro di noi: è la paura del diverso, del nuovo, in una parola, dell'ignoto.. 


L'epilogo e la citazione di Lord Byron 

Il giorno si trascina anche se le tempeste bloccano il sole, così come il cuore si spezzerà, ma continuerà a vivere anche da spezzato



Ed è al grande poeta romantico Lord Byron, uomo di spicco della cultura del suo tempo, e non all'autrice del romanzo, che del Toro lascia il compito del congedo con una bellissima citazione da Il pellegrinaggio di Childe Harold. In questa poesia, piena di malinconia, il protagonista, un giovane nobile un po' cinico e disilluso, affronta il viaggio che lo porterà all'incontro con la dura realtà. Ed è questo, tutto sommato, che sia Victor che la Creatura incontrano alla fine del loro viaggio.. 


Voto: 8 

Il film è molto convincente, la parte iniziale della nave incagliata un racconto nel racconto. Odioso il personaggio di Victor (bravissimo Oscar Isaac), molto molto convincente la recitazione di Jacob Elordi che interpreta la Creatura, soprattutto nel voler trasmettere la sua voglia di vita. Ho trovato un po' ostica e troppo "barocca" la parte dell'infanzia del barone Frankenstein, ma il finale mi ha rubato il cuore e compensa decisamente sul voto!


L'autrice 

Mary Shelley (Londra 1797-1851). Colta e anticonformista, oltre al fortunatissimo e celeberrimo romanzo gotico Frankenstein (1818) scrisse anche Matilda (1819), Valperga (1823), L'ultimo uomo (1826) e A zonzo per la Germania e per l'Italia (1844). Curò inoltre le opere del marito, P.B. Shelley


Immagini del film 







I quadri di Caspar David Friedrich 

la scena iniziale della nave incagliata tra i ghiacci









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