Davide Del Popolo Riolo, “Il pugno dell’uomo”, Urania n. 1684, novembre 2020
Il romanzo vincitore del Premio Urania 2019 ci regala un viaggio picaresco ai confini del tempo e dello spazio.
La storia ha inizio con la morte di Donna Ginevra, “la Spaventosa”, che è stata sindaca della “Città” per 50 lunghissimi anni. La salma dell’ottuagenaria – che durante il suo mandato ha seppellito due mariti e una moglie – viene portata in processione coperta da una maschera d’oro, tra stuoli di cittadini d’alto e basso rango.
Nessuno immagina che stia per scatenarsi l‘inferno...
Ben presto la Città, quasi un organismo vivente dal sapore steampunk-vittoriano, con le sue antiche abitudini stratificatesi nei secoli, i suoi treni sopraelevati, le sue torri patrizie e la sua umanità variegata, sarà costretta ad affrontare i suoi incubi peggiori.
Una ricca galleria di voci narranti, ognuna in modo unico, ci illustra le vicissitudini di un mondo in cui, oltre agli esseri umani, abitano anche razze di inumani come i pallidi, i grigi e gli uomini-pesce detti ittici.
Alex, la nipote prediletta di Donna Ginevra, alle prese con gli intrighi della Famiglia e la lotta per essere eletta al posto della zia. Il giovane Oleander, unico “pallido” in un liceo gestito dal Culto Antichista. L’artista incompreso Anton. Deirdre, giornalista patrizia col sogno di scrivere un libro sulla vita dei bassifondi.
Nessuno di loro immagina ancora cosa li aspetti...
Il misterioso e inquietante uomo dagli occhi di colore diverso che si aggira per la città, la corruzione e la lotta per il potere, i cruenti omicidi… sono solo alcune delle loro preoccupazioni, mentre nel contempo comincia a diffondersi e dilagare un morbo sconosciuto, silenzioso e letale.
Partita in sordina nelle Fosse, la zona più degradata della Città, la piaga senza nome sta allungando i propri tentacoli anche nei quartieri bene. Gli infetti trascorrono due giorni a letto, preda di febbre alta, e il giorno dopo, quando sembrano migliorare, muoiono tutti.
Ma la Città è la Città, e rimarrà sempre la Città… o forse no?
Ecco cosa ci racconta l’autore:
Il Pugno dell’Uomo è figlio di una sconfitta. Nel 2018 il mio romanzo “Ubermensch”, in finale al premio Urania, non vinse. Superata la delusione decisi che non avrei sprecato il mio tempo a lamentarmi o commiserarmi. Avrei invece usato tutto ciò che avevo imparato scrivendo i romanzi precedenti, fatto tesoro delle critiche e mi sarei impegnato più che potevo per partecipare al premio con un romanzo che fosse tanto buono da vincere con certezza il premio. È chiaro che è impossibile scrivere un romanzo perfetto. Io però ce l’ho messa tutta e “Il Pugno dell’uomo” è il risultato di questo sforzo. È una fortuna che tu non abbia vinto il premio Urania con Ubermensch” mi hanno detto alcuni amici. Ti ha dato la voglia e la carica per scrivere di meglio.
Può darsi che abbiano ragione…
Davide Del Popolo Riolo, nato ad Asti nel 1968, è laureato in Giurisprudenza e vive a Cuneo, dove lavora come avvocato. Appassionato sin da bambino di fantascienza e storia, ha esordito come scrittore soltanto nel 2014 con il romanzo “De Bello Alieno”, con cui ha vinto il premio Odissea e il premio Vegetti. Da allora ha pubblicato altri due romanzi (“Non ci sono dei oltre il tempo”, vincitore del premio Kipple, e “Ubermensch”, finalista al premio Urania), oltre a numerosi racconti, che lo hanno portato a vincere il Trofeo Cassiopea e il premio Viviani.
All’interno, i racconti finalisti del premio Urania Short 2020 e la scheda per votare: “Il Patch” di Luigi Calisi, “The Body Print” di Giada Cecchinelli e “Un patto equo” di Michela Lazzaroni.