Parliamo oggi dell'universo creato da un'autrice di grande talento inventivo e dalla scrittura leggera ma ricca di dettagli e colpi di scena: Lois McMaster Bujold!
Siamo nella nostra galassia e l'umanità ha ormai colonizzato i sistemi stellari più prossimi al Sole senza trovare la concorrenza di specie senzienti. Per questo motivo molti hanno paragonato l'ambientazione alle saghe di Asimov, anche se mi permetto di far notare che l'Impero Galattico di Asimov abbracciava tutta la galassia.
Nell'universo creato dalla Bujold i sistemi stellari prossimi vengono colonizzati da etnie omogenee, tanto che in alcuni pianeti è possibile scorgere tratti di società nostre contemporanee: Barrayar è un pianeta feudale controllato da caste militari, per questo motivo molti hanno scorto un parallelo con la Russia (io propendo più per un'Europa feudale), mentre il minaccioso e espansivo impero di Cetaganda ricorda molto la Cina: plauso all'autrice che già venti e passa anni fa intravedeva, forse, più pericolosa la Cina di una decadente Unione Sovietica.
Le storie della cosiddetta saga o ciclo dei Vor (una trentina di pubblicazioni tra l'86 e il 2012) sono quasi sempre incentrate sulla figura molto particolare di Miles Vorkosigan: siamo quindi a Barrayar!
Miles è una figura particolare in quanto nonostante figuri sulle copertine come il tipico eroe galattico, in realtà è un handicappato! Figlio del reggente dell'impero, infatti, Miles ha subito un attentato ancora nel grembo materno che ne ha deformato il fisico. Come se non bastasse, il suo aspetto ricorda molto da vicino quello di un mutante, che i barrayani considerano pericolosi.
Barrayar è, quindi, un impero stellare! Perchè nella saga della Bujold bastano due o tre pianeti per diventarlo... E se ci pensiamo, ad oggi nessun impero è riuscito ancora a conquistare interamente il nostro pianeta, fortunatamente... Molto realistica, quindi, la scelta di descrivere a questo modo gli imperi del ciclo, i quali comunque hanno non poche difficoltà a mantenere la lealtà dei pochi pianeti soggiogati.
La spinta propulsiva all'espansione è di fatto quella politica, come è comprensibile capire visto che la maternità del ciclo è nei nostri anni '80. Oggi, invece, si predilige descrivere l'espansione nello spazio come spinta da gigantesche corporazioni che solo eventualmente si consolidano in configurazioni politiche: una cosa non esclude l'altra, quindi. (Mi viente in mente il ciclo dell'Expance, di cui abbiamo già parlato, ma anche il prossimo Jupiter Ascending, filmone dei Wachowski, nel quale la Terra appartiene ad una grossa corporazione galattica...)
L'espansione territoriale, però, non è paragonabile alla barchetta di carta che vaga nel mare infinito: lo spazio infatti non è accessibile nella sua interezza, ma i viaggi interstellari avvengono grazie alla scoperta di tunnel tramite i quali il traffico avviene a velocità sostenuta, gate ovviamente controllati da potentati o corporazioni o sotto l'influenza territoriale di sistemi vicini.
Un sistema può essere un punto di partenza per numerosi tunnel, essere solamente un punto di passaggio tra due o semplicemente punto di arrivo: in questo caso il tunnel arriva ad un vero e proprio vicolo cieco, situazione nella quale si trova Barrayar.
Barrayar è stata costretta, quindi, ad espandersi verso il vicino sistema Komarr, molto meglio connesso nella galassia. Espansione che i barrayani iniziano dopo decenni di isolamento, prima, e di un tentativo di conquista da parte dell'acerrimo nemico Cetaganda, poi. Da qui la necessità di prevenire future invasioni.
C'è anche un impero del crimine o spazio controllato da corporazioni senza scrupoli né leggi: è il cosiddetto Gruppo Jackson, luogo dove si creano cloni per sostituire il tuo corpo vecchio e malato o semplicemente per creare schiavi o oggetti sessuali, luogo dove si ordiscono i complotti, compreso quello a Miles...