Zima Blue è un cortometraggio animato della serie Netflix Love, Death & Robots, basato su un racconto di Alastair Reynolds.
La storia narra di un artista famoso in tutto l'universo, Zima, che rivela a una giornalista la sua vera identità: non un umano, ma un robot da piscina che ha avuto consapevolezza grazie a continue modifiche e che, una volta raggiunta la conoscenza, sceglie di tornare alla sua essenza originaria.
SINOSSI:
Carrie Clay non avrebbe mai creduto che sarebbe stata la prima e unica giornalista a ricevere un invito per intervistare Zima, il più noto artista della sua epoca futuristica. Zima, il cui corpo è stato sottoposto a modifiche e miglioramenti che gli consentono di sopravvivere in qualsiasi ambiente, è divenuto famoso per il colore blu con cui ha creato murales, ricoperto asteroidi e persino impacchettato la luna. Carrie avrà l’opportunità di ascoltare la sua storia e scoprire quale sarà l’ultima grande opera da lui progettata – quella che dimostrerà fino a dove può spingersi il suo amore per il blu infinito.
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| un'immagine della serie |
In questo racconto che ha ispirato l’omonimo episodio della serie Netflix Love, Death & Robots, l’autore di culto Alastair Reynolds si interroga sul significato di arte e identità, accompagnato dalle tavole fluide e cangianti di Giulia Ratti.
COPERTINA:
Abbiamo parlato di:
Alastair Reynolds è nato nel Galles e si è laureato in Fisica e Astronomia all’università di Newcastle. Ha pubblicato quasi quaranta opere, quasi tutte di hard science fiction, con le quali ha vinto prestigiosi premi come il British Science Fiction Award (2001) ed è risultato per tre volte finalista ai premi Hugo e Arthur C. Clarke. Alcuni dei suoi scritti sono stati adattati per la TV e il teatro..
Giulia Ratti è un'artista impegnata tra Milano e Copenhagen.
Ha iniziato la sua carriera attraverso l'organizzazione di mostre di arte contemporanea, valorizzando artisti emergenti tra Milano e Londra, nei contesti underground e presso fondazioni private. Dal 2018 ha esteso la sua espressione artistica disegnando fumetti e illustrazioni fantascientifiche ispirate all'estetica degli anime giapponesi. Da allora è stata pubblicata su «Frankenstein Magazine», «Domani Editoriale», «Materia Degenere 3» (Diabolo Edizioni) e «Ultracelestia». Nel 2023 le sue opere sono state esposte al MAO – Museo di Arte Orientale di Torino.
Lucrezia Pei, classe 1991, traduce dall’inglese e dal francese.
Cura l’ufficio diritti stranieri per Moscabianca Edizioni e racconta i libri Safarà Editore. Tra gli altri, per Moscabianca, ha tradotto China Miéville e Priya Sharma; il romanzo di Keren David, finalista Premio Andersen, Le cose che ci fanno paura (Giuntina, 2022); e, a quattro mani, La principessa Angina (Cliquot, 2022) di Roland Topor. È autrice di testi di genere fantastico, forse perché nata nella città che ha ispirato C.S. Lewis.



