Il romanzo di Frank Herbert non è solo un monumento della fantascienza, ma anche un ecosistema narrativo complesso in cui si intrecciano visioni profetiche, critica sociale, riflessioni sul potere, la fede e l'ambiente.
Arrakis è un pianeta interamente ricoperto di sabbia, un'ecologia estrema dove ogni risorsa è limite e ogni sopravvivenza è scelta culturale.
Non solo una visione del futuro: un'allegoria del presente.
Nell'universo di Dune, la scarsità diventa linguaggio, la religione strategia, la tecnologia una forma di dipendenza.
Ma è nel deserto che si impara a restare umani: adattandosi, attendendo, ascoltando il tempo lungo.
I Fremen non combattono per dominare, ma per custodire.
Mentre il potere si annida nelle pieghe dell'ambiguità e i profeti rischiano sempre di diventare prigionieri dei miti che incarnano.
A distanza di sessant'anni, questa straordinaria opera letteraria continua a risuonare come una profezia lucida e inquieta.
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L'autrice
Silvia Bernardini viene da fanzine ciclostilate, racconti di altri mondi e dibattiti infiniti sul confine tra umano e macchina. Ha scritto di deserti interiori partendo da Dune, tesi di laurea compresa, e sperimentato linguaggi dove la fantascienza non è fuga, ma pretesto per leggere il reale da un'altra prospettiva. Piccole pubblicazioni, conversazioni notturne e visioni condivise.
Ha chiamato la sua azienda Sky Walker. E da sempre usa la fantascienza come bussola mentale. Non tanto per prevedere il futuro, quanto per imparare a costruirlo con più consapevolezza, anche quando sembra venire da molto, molto lontano.