Sesto libro del “ciclo dell’Ecumene”, Il mondo della foresta (Premio Hugo nel 1973 per il miglior romanzo breve) parla di sopraffazione e resistenza, della perdita dell’innocenza e del potere del sogno.
In una trama fantascientifica che riecheggia gli eventi del Vietnam, racchiude, con toni talora crudi, talora fiabeschi, i temi cari a Le Guin: l’eterna dialettica tra bene e male, l’incontro di culture, l’armonia con la natura, la pace.
Il “mondo della foresta” è il pianeta Athshe, abitato da una specie umanoide di “piccoli ometti verdi” che ha dato origine a una civiltà pacifica, basata sulla conoscenza di sé e sull’armonia dello spirito.
I coloni venuti dalla Terra lo chiamano New Tahiti, ne sfruttano la popolazione, che considerano inferiore, e ne predano le risorse abbattendo indiscriminatamente gli alberi per inviare il prezioso legname sul loro lontanissimo mondo, dal quale la vegetazione è scomparsa. I miti nativi di Athshe si scontreranno loro malgrado con il modo di vivere rapace dei terrestri, imparando cosa siano l’avidità, la violenza, la vendetta.
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L'autrice
Ursula K. Le Guin, figlia di un noto antropologo e di una scrittrice, ha iniziato a inventare storie di fantascienza fin da bambina; ha pubblicato il primo racconto nel 1962, ma è divenuta famosa nel 1969 vincendo sia il Premio Nebula che il Premio Hugo per La mano sinistra del buio.
Anarchica e femminista, è una delle rare esponenti della fantascienza utopica contemporanea, ma soprattutto una scrittrice capace di toccare temi profondi e attuali, dai diritti civili al pacifismo, all'ambiente.
Ha dato vita tra gli altri al mondo di Terramare e a quello dell'Ecumene; per i suoi libri ha ricevuto decine di premi, tra cui un National Book Award (La spiaggia più lontana, 1973), cinque Hugo, sei Nebula e diciannove Locus.