Edgar Pangborn, “La compagnia della gloria”, Urania Collezione 246, luglio 2023
C’era una volta il Tempo Antico, con meraviglie tecnologiche come macchine volanti, scatole parlanti e apparecchi per parlare con persone lontane…
In un futuro post-apocalittico, la nostra epoca attuale viene raccontata con nostalgia dal vecchio Demetrios, che incanta il pubblico di Newburgh con i ricordi del vecchio mondo.
Ci sono altri che come lui amano la vita e pensano fuori dagli schemi, come Solitaire, una ragazza in bilico tra follia e saggezza, il Professore, un muto in grado di esprimersi tramite i suoni del suo strumento musicale, e Angus, un giovane dal cuore puro, non corrotto dal potere.
Sono passati quasi 50 anni anni dalla Guerra dei Venti Minuti, il disastro nucleare che fece regredire la civiltà fino a una sorta di Medioevo, e le nuove generazioni stentano a credere che possa essere esistiti prodigi come la televisione, i telefoni e gli aerei a reazione.
Ma nel nuovo assetto politico di Newburgh non c’è posto per le favole, e le idee di Demetrios diventano presto scomode, tanto da costringerlo alla fuga. Ma non da solo.
Una piccola gloriosa compagnia partirà assieme a lui per un viaggio avventuroso, tra i ricordi di un passato perduto e il sogno di un futuro di libertà.
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L'autore
Edgar Pangborn – Nato a New York nel 1909, ha condotto una vita ritirata in una cittadina rurale nei pressi di Woodstock ed è morto nel 1976. Scrittore di professione, la sua produzione spazia dai romanzi storici ai gialli. La sua prima opera di fantascienza, il romanzo breve Angel’s Egg, esce su Galaxy nel 1951. È intorno al 1960 che inizia una serie di opere ambientate in una stessa cornice futura, la distruzione nucleare della fine del ventesimo secolo, di cui “La compagnia della gloria”, a causa della morte improvvisa di Pangborn, resta l’ultima.
All’interno, per gli Approfondimenti, “Edgar Pangborn: il futuro è dei giovani” di Salvatore Proietti. E appuntamento con la rubrica Gli imperdibili a cura di Mauro Gaffo e il meglio della sci-fi dell’anno 1958. Traduzione di Roberta Rambelli, copertina di Franco Brambilla.