“Le mappe del cielo”, James Blish, Urania Collezione n. 233, giugno 2022
Siamo in un futuro lontano, il cielo è rischiarato da un accecante sole bianco azzurro, il mondo è sovraffollato, e persino la Luna è stata colonizzata.
Tutta colpa di quella stella esplosa trecento anni fa, si ripeté Jorn Birn al massimo dello sconforto. Che assurdità, però, attribuire i propri guai a un evento di tre secoli prima!
In un mondo in cui i posti chiave sono tutti occupati da donne, anche uno in gamba come Jorn Birm, con la sua intelligenza fuori dal comune e la sua preparazione tecnico-scientifica, è costretto a starsene nel suo triste appartamento a ciondolare, amareggiato, scapolo e senza lavoro.
Ma proprio l’esplosione di una Super Nova, che tanto tempo prima aveva dato il via all’Era dell’Energia Siderale, subito seguita dalla cosiddetta Era delle Donne, gli darà un’occasione di emergere.
Grazie all’elettroforesi spermatica, che permette la selezione del sesso dei figli, la popolazione del pianeta ha da tempo raggiunto una schiacciante prevalenza di uomini, e le rare donne hanno il potere di scegliere i propri compagni e collaboratori in veri e propri harem maschili, lasciando all’altro sesso un esilissimo margine di scelta.
Ma in un assolato giorno estivo, un annuncio alla televisione cambia tutto… almeno per Jorn Birm. Da Central City cercano un uomo – e non una donna, sottolinea il presentatore! – per una misteriosa missione. Deve essere giovane e dotato di preparazione tecnica, proprio come lui. Il compenso promesso è modesto, tuttavia c’è la possibilità di diventare famoso.
Giusto un piccolo dettaglio preoccupante: il lavoro può rivelarsi… letale.
Ma a Jorn non importa. E così, si getterà a capofitto in un viaggio interstellare alla ricerca di nuove terre da colonizzare insieme a un intrepido gruppo di pionieri.
Quello che ancora non sa è che da questo dipenderà il futuro del genere umano…
L'autore
James Benjamin Blish (1921-1975) Scrittore di fantascienza americano, laureato in biologia, ha pubblicato il primo racconto nel 1940. Dopo aver fatto il consulente scientifico per una casa farmaceutica è diventato scrittore a tempo pieno, vincendo il premio Hugo con il romanzo “Guerra al grande nulla” (Urania Collezione n. 196). Ha scritto il primo romanzo originale per la serie Star Trek (Spock Must Die!, 1970) e ha curato le antologie di racconti basati sulle sceneggiature degli episodi dell’amata serie tv.
All’interno, un approfondimento sull’autore dal titolo “James Blish. Il teatro delle stelle” a cura di Salvatore Proietti. Eccone qualche assaggio:
Autore, critico, promotore… sono molti i ruoli per cui la storia della fantascienza ricorda James Blish […].
C’è molto di teatrale nell’universo qui messo in scena, a partire dai colpi di scena, sommessi e graduali ma implacabili, ed è bene prepararsi a cambiamenti e inversioni di prospettiva radicali […]: questo mondo satiricamente “matriarcale” che deve abbandonare il pianeta a causa di un’imminente catastrofe globale, per dirigersi in cerca di salvezza attraverso l’universo riserverà molte sorprese. […]
C’è l’arca spaziale, l’astronave Javelin con il suo comandante, ammiraglia della flotta planetaria, con le sue scoperte, incontri e dissidi interni: non è difficile immaginare più di una stagione televisiva, ipercompressa in meno di duecento pagine […].
Chi è l’alieno? Chi siamo (chi siamo stati, chi saremo) noi? Nel palcoscenico della fantascienza di Blish, tutto è possibile.
E per i 70 anni di Urania, continua l’appuntamento con La storia del Premio Urania: i vincitori 2003-2005, a cura di Mauro Gaffo.