Riceviamo e pubblichiamo
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Difficile non farsi contagiare dall'entusiasmo di Lorella Fontanelli, gran capo di EpiKa edizioni, e dalla bellissima copertina di una delle ultime novità della casa editrice bolognese
Stazione Kelvin è una veloce storia che Lorenzo Lasagna scrive, quando non è impegnato con la politica, sotto forma di diario
Il protagonista è finito la dove non avrebbe mai voluto essere e scopriamo a poco a poco l'ambientazione attraverso i suoi resoconti quotidiani. Le ambientazioni della fantascienza hanno sempre interessato OperaSpaziale e questo breve romanzo è perfetto per immergerci in quella fantascienza che io definisco prammatica che tanto va di moda ora: va bene descrivere il futuro, ma i problemi sono quelli che ci sono oggi. E, forse, non è questa la base della fantascienza tutta?
Questa la sinossi del romanzo, consigliatissimo per far viaggiare la mente durante la pausa natalizia:
Giovanni Steller è un ufficiale di mezza età, che all'inizio di un anno imprecisato viene trasferito in una remota stazione spaziale adibita all'estrazione di minerali, per assumere le funzioni di vicecomandante. L'incarico ("non esattamente una promozione", ammette il protagonista) sembra preludere a un tranquillo finale di carriera, ma sin dal suo arrivo Steller verrà catturato in una fitta sequenza di fatti inspiegabili e di pericoli sconosciuti. Poco a poco la situazione precipiterà verso l'inevitabile punto di crisi, costringendo lui e gli altri quattro membri dell'equipaggio a fronteggiare una minaccia che non riescono a comprendere: un'epidemia? Una cospirazione? Un esperimento segreto? Nonostante la classica ambientazione da space opera, Stazione Kelvin non è un racconto di fantascienza nel senso più ovvio del termine; è anzitutto un viaggio nella solitudine, nella fatica, e nella disperata ricerca di dare un senso alle cose. Un senso che però continua a sfuggire e a dare scacco.
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