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Star Trek Discovery 3: ecco il romanzo di Ursula K. Le Guin che ha ispirato il Grande Fuoco

Si è conclusa da una settimana la terza stagione di Star Trek Discovery


Una terza stagione molto lontana dai canoni tradizionali della serie creata da Roddenberry


Un serie che, come abbiamo recensito, è stata sicuramente stimolante ma un po' ambigua e confusionaria...



Ora sappiamo cosa ha ispirato il Grande Fuoco, un misterioso evento che distrugge tutto il dilitio nella galassia e, con esso, tutte le navi il cui motore si alimenta con questo tipo di propellente. Nel corso della stagione (non continuare a leggere se non l'hai ancora vista) si verrà a scoprire che l'evento è causato dal malessere di un solo essere vivente cresciuto solo su un mondo interamente di dilitio.

Si tratterebbe di un racconto della maestra della fantascienza americana Ursula Le GuinThe Ones Who Walk Away From Omelas del 1973. Tradotto in Italia col titolo Quelli che si allontanano da Omelas e contenuto nella raccolta I dodici punti cardinali della Editrice Nord (2004), il racconto parla di felicità e infelicità, di benessere e malessere, è una storia di equilibri e di etica!



Ecco l'incipit:

"Con un clamore di campane che fece volare altissime le rondini, la Festa dell'Estate venne alla città di Omelas, con le sue torri fulgide in riva al mare. Il sartiame delle barche nel porto scintillava di bandiere. Per le vie, tra le case dai tetti rossi e dalle facciate dipinte, tra i vecchi giardini invasi dal muschio e sotto i viali alberati, oltre i grandi parchi e gli edifici pubblici, avanzavano le processioni. Alcune erano decorose: vecchi in lunghe vesti rigide color malva e grigie, gravi maestri artigiani, donne tranquille e ilari che portavano in braccio i loro figlioletti e camminavano chiacchierando."



Alcune considerazioni online:


Da LaParola.it:

"Quelli che si allontanano da Omelas è un racconto sulla violazione dei diritti di un essere umano.

Leggendo la storia di Omelas si ha la chiara percezione di quanto sia delicata la struttura dei diritti dell'uomo, e che non sia accettabile alcuna crepa in questa struttura, pena il crollo di tutto il castello.

C'è chi non è disposto ad accettare nemmeno la sofferenza di un solo piccolo essere umano in cambio della felicità di un popolo, e se qualcuno può farlo, vuol dire che è possibile incamminarsi su quella strada e allontanarsi da Omelas.

La fantascienza parla per metafore, e questo racconto lo fa più di tante altre storie. Allontanarsi da Omelas non significa voltarsi da un'altra parte e allontanarsi dal problema. Allontanarsi da Omelas significa rifiutare lo stile di vita che basa la felicità di un gruppo di esseri umani sulla predazione di altri uomini.

Se continuiamo a leggere in metafora il racconto, allontanarsi da Omelas può indicare l'incamminarsi su un sistema di vita più equo.

Allontanarsi da Omelas non è un gesto rivoluzionario, non coincide con lo smantellare subito tutto ciò che non va; è una decisione cosciente e concreta per uno stile di vita diverso da quello che l'inerzia sociale porterebbe ad assumere ad una parte sostanziale di noi. È un modo diverso di vivere, che porta ogni giorno a fare piccole scelte diverse, che non stravolgono la nostra vita, ma che possono salvare la vita di qualche persona domani, e migliorare la vita di qualche milione di persone tra qualche anno...

Possiamo certamente evolvere verso un sistema di vita più equo. È dimostrato da persone concrete che si sono allontanate da Omelas. Ognuno di noi può farlo."


Da Fantascienza.it:

"Il narratore racconta della scintillante città chiamata Omelas, nel periodo in cui si festeggia il solstizio d'estate. Ma la festività è solo uno dei tanti esempi della prosperità di Omelas. Qui sono tutti benestanti, intelligenti, acculturati, non ci sono re, regine, eserciti, preti e schiavi. Insomma, è la città perfetta, ma il motivo è atroce: affinché tutti possano essere felici un singolo bambino deve essere tenuto in un perpetuo stato di sporcizia, oscurità e sofferenza. Il bambino è impotente: qualsiasi gesto di gentilezza, anche piccolo, trasformerebbe l'utopia in una distopia, i termini sono rigidi. Quando i cittadini sono abbastanza grandi viene rivelata loro la verità e dopo un momento di shock e disgusto, alla fine accettano questa unica ingiustiza per il benessere della città. Ma alcuni non ci riescono e se ne vanno, e nessuno sa dove, il narratore si limita a dire che vanno in un posto meno immaginabile di Omelas e che non può descriverlo, forse non esiste, ma loro sembrano sapere dove stanno andando.

Il racconto della Le Guin ha un significato politico ben preciso – non è possibile accettare di vivere in un mondo ricco e confortevole sapendo che questo è basato su ingiustizie e impoverimento altrui. In Discovery il dramma del bambino solo e prigioniero ha causato il crollo, anche se involontario, della società perfetta. " 


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