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Peter Watts per gli autori da tradurre di Opera Spaziale

Nel panorama delle uscite fantascientifiche italiane ci sono grandi lacune, e questo è sempre stato un tema a noi caro...


Un "gigante" della fantascienza hard contemporanea è sicuramente il canadese Peter Watts, già vincitore di numerosi premi fantascientifici, tra cui l'Hugo!


Nel ciclo Rifters ("Gli abitanti della scogliera" potremmo liberamente tradurre) immagina un'umanità che si adatta con modifiche genetiche a vivere e lavorare nelle profondità oceaniche. I romanzi del ciclo sono Starfish (1999), Maelstrom (2001), βehemoth: β-Max (2004) e βehemoth: Seppuku (2005).


Le immagini sopra e sotto, invece, riguardano l'uscita sul mercato francese di Echopraxia (qualche casa editrice italiana dovrebbe prendere spunto per copertine e gadget, vi fischiano le orecchie?!?...), opera del 2014 che potremmo definire un side-quel, un romanzo collaterale che descrive gli eventi di Blindsight (2006, nominato all'Hugo, Ciclo Firefall) dal punto di vista dei terrestri.


Blindsight è un romanzo molto particolare. Mischia infatti cyberpunk, space opera e hard-sf, come è ormai di tendenza (esempio banale, Altered Carbon), ma con una trama molto ma molto particolare!

Tanto particolare che può essere riassunta dalle parole del beneamato Charles Stross:

Immaginate una versione neurobiologicamente ossessionata di Greg Egan che scrive una storia di primo contatto dal punto di vista di un membro dell'equipaggio postumano zombi a bordo di un'astronave capitanata da un vampiro...

Per miglior comprensione, cito il blog voce del fato:

Terra, fine del ventunesimo secolo. Mentre un’umanità superannoiata si spoltrona in mondi virtuali personalizzati che consentono di essere imperatori del proprio piccolo universo, dei congegni alieni simili a piccoli meteoriti precipitano verso il nostro pianeta e lo “fotografano”  per intero, pochi istanti prima di essere consumati dall’atmosfera. Fioccano le teorie su chi e perché abbia voluto studiare la Terra in maniera così poco ortodossa; nel frattempo, un relitto-nave spaziale ai confini del sistema solare capta quella che con ogni probabilità è una trasmissione di ritorno, forse i dati della Terra che vengono inviati a chiunque (o qualunque cosa) li stia aspettando. Per fare conoscenza con i nostri ipotetici vicini, viene allestita una squadra di super esperti nei loro vari campi, destinata a dirigersi verso il luogo di ricezione della trasmissione, ben al di là dei confini del nostro sistema.

La composizione della squadra è il primo dei pilastri che sorreggono Blindsight. A far parte dell’allegra brigata abbiamo, in ordine sparso: un biologo che è ormai talmente integrato con i suoi strumenti da assomigliare più a una macchina che a un essere umano; una linguista che tramite un’operazione al cervello riesce a gestire quattro personalità multiple, che si alternano al posto di controllo a seconda delle necessità; un generale che può comandare in tempo reale un’armata di migliaia di droni;  un osservatore (che narra la storia in prima persona), specializzato nel “sintetizzare” informazioni altrimenti incomprensibili per i comuni esseri umani, la cui oggettività è garantita dal fatto che un’emisferectomia lo ha trasformato in una specie di zombie senza emozioni; e dulcis in fundo, a capo di questa comitiva di simpatici compagnoni, un vampiro.

Si, un vampiro! 

Solo che i vampiri di Watts non provengono dalle fantasie bagnate di qualche tredicenne idiota, ma dal Pleistocene. Lavorando su geni inutilizzati rimasti nel nostro DNA per milioni di anni, qualche premio Nobel incompreso ha riportato in vita una specie da sempre predatrice dell’uomo, che si era estinta più o meno quando i nostri antenati stavano imparando a cucinare bistecche di mammuth. Il motivo dell’estinzione? I nervi ottici dei vampiri non possono sopportare la vista degli angoli retti, pena convulsioni mortali. Ecco da dove arriva la convinzione popolare della croce come arma contro i vampiri. Ed ecco un esempio dell’inventiva di Watts, che si ritrova in ogni elemento del libro: dalla descrizione della nave e della sua fonte di energia, alla presentazione degli alieni e dei loro meccanismi vitali. [continua]



Echopraxia (dal termine psicologico che si riferisce all'azione involontaria di imitare ciò che osserviamo) racconta della spedizione che indaga sul segnale scoperto in Blindsight. Qui di seguito, immagini trovate sul web delle ambientazioni del ciclo:

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