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Mercenario di Piers Anthony - Introduzione all'autore di Roberto Genovesi in Urania Argento agosto 1995

Il camaleonte è un animale molto particolare e, per certi versi, affascinante. 



È in grado di adattarsi all'ambiente in cui vive fino al punto di creare una vera e propria simbiosi, ma è talmente delicato che un cambiamento di clima anche di pochi giorni può portarlo alla morte. 


Nel panorama del fantastico c'è uno scrittore che ricorda molto il camaleonte: il suo nome è Piers Anthony.



Piers Anthony Dillingham Jacob è nato in Inghilterra, ma è stato educato fin da piccolissimo negli Stati Uniti dove ha cominciato a scrivere e pubblicare racconti fantastici sulle principali riviste del settore appena trentenne. Si tratta di uno scrittore molto prolifico e decisamente eclettico in grado di passare dalla fantascienza alla fantasy mantenendo sempre un ottimo livello qualitativo nelle storie. Sebbene in Usa abbia attirato quasi subito l'interesse di pubblico e critica, in Italia Anthony ha faticato non poco prima di farsi spazio e solo grazie alla Mondadori gli appassionati hanno potuto conoscere appieno la sua produzione migliore. Dopo aver dato alle stampe alcuni dei suoi più interessanti e originali romanzi fantasy la Mondadori ha deciso di mettere in luce anche il Piers Anthony scrittore di fantascienza. 

Bio of a space Tyrant rappresenta probabilmente (almeno al momento) il progetto più ambizioso di Anthony nel filone della pura science fiction. Il ciclo, del quale in questo volume presentiamo il secondo capitolo, si compone di cinque libri: Refugee (1983), Mercenary (1984), Politician (1985), Executive (1985) e Statesman (1986). Il protagonista è Hope Hubris, un giovanotto al quale sono state massacrate la famiglia e la donna che amava ed è stata rapita la sorella da un'orda di pirati. Costretto a fuggire dalla sua casa su Callisto, Hubris vaga nello spazio alla ricerca di una meta e di un'identità e Anthony lo accompagna in questo tortuoso percorso iniziatico attraverso avventure, colpi di scena, intricate vicende e perenni interrogativi, che porteranno a un'ascesa tanto voluta con tenacia, quanto inevitabilmente già scritta nel destino di un uomo armato, fin dall'inizio, di una grandissima volontà d'animo. Nella storia che avete per le mani Hubris si trova a comandare uno squadrone della marina militare di Jupiter contro i potenti pirati che dominano la regione e che mai si aspetterebbero tanta sicurezza in un giovane ufficiale votato, all'apparenza, a una morte sicura che, proprio grazie alla convinzione nei propri mezzi e nelle proprie capacità, riuscirà a sorprenderli fino in fondo.

Nonostante le premesse siano quelle di una fantascienza classica improntata soprattutto sul sense of wonder e sull'avventura ad ampio respiro, il ciclo di Hope Hubris si rivela ben presto ricco di sfumature interessanti e di spessore psicologico. Anthony, come spesso accade con la sua produzione fantasy, non si accontenta di assumere il ruolo di narratore di favole per adulti, ma vi profonde quel pizzico di sale capace di trasformare un prodotto di fruizione popolare in un prodotto letterario "alto", capace di solleticare la psiche del lettore in un utile lavoro di riflessione, anche attraverso semplici simbolismi e concetti lineari. Anthony somiglia a un camaleonte per due motivi: è appunto uno scrittore in grado di muoversi abilmente e di adattarsi nella galassia del fantastico senza perdere colpi (i lettori che lo hanno apprezzato come autore fantasy se ne stanno accorgendo seguendo le tappe di questo ciclo di science fiction), ma allo stesso tempo si trova a suo agio solo in un certo clima e quando cioè si confronta con un fantastico particolare che lascia spazio ai voli di fantasia, ma mantiene sempre un'intaccabile propensione all'uso speculativo (in senso filosofico) del genere. Quando il clima cambia e ad Anthony è chiesto di fare puro intrattenimento questo scrittore, giustamente, si perde, si sente compresso e non riesce a dare il meglio. Per fortuna, raramente Anthony si è trovato di fronte a necessità di questo tipo. 

Quando invece ha potuto lavorare liberamente (in particolar modo fuori dai limiti spaziali e contenutistici della rivista), ha sempre dato qualcosa di nuovo e utile al cammino del fantastico moderno. Continuate a seguire questo ciclo e ne avrete la prova tangibile.






L'autore 



PIERS ANTHONY DILLINGHAM JACOB, nato a Oxford nel 1934 e naturalizzato americano dal 1958; è un autore dalla prolificità prodigiosa. Il suo primo romanzo è del 1967, le serie a cui ha messo mano da allora sono numerose quanto sempre bene accolte dai lettori. Si muove a proprio agio sia nel campo del fantasy sia in quello della fantascienza, settori nei quali ha creato forme di vita tanto aliene quanto perfettamente plausibili. Il primo romanzo di questo ciclo, suddiviso in cinque volumi, è già stato pubblicato in Urania. Introduzione all'autore di Roberto Genovesi.

Articoli di Miky Rovera

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