L'umanità è martoriata da una epidemia globale senza precedenti
La visione apocalittica di Stephen King ci restituisce un mondo completamente trasformato dal virus, con città vuote e spettrali percorse da poche persone allo sbando
Mentre lavoravo a L’ombra dello scorpione il sentimento che mi ha guidato di più nella scrittura è stato il brivido di immaginare un intero, radicato ordine sociale distrutto in un sol colpo
Stephen King
Un classico pubblicato per la prima volta nel 1978 e ambientato in un futuro prossimo (ormai presente) nel quale l'umanità è martoriata da una epidemia globale senza precedenti.
La visione apocalittica di Stephen King ci restituisce un mondo completamente trasformato dal virus, con città vuote e spettrali percorse da poche persone allo sbando.
"L'ombra dello scorpione" è ancor più affascinante e spaventoso oggi di quando è stato pubblicato per la prima volta. È il morbo sfuggito a un segretissimo laboratorio a seminare morte in tutto il mondo: il novantanove per cento della popolazione della terra non sopravvive all'apocalittica epidemia.
I pochi sopravvissuti si trovano intrappolati in uno scontro più grande di loro, quella lotta eterna tra forze della natura nella quale si può solo decidere di perseguire il Bene e appoggiarsi alle fragili spalle di Mother Abagail, la veggente ultracentenaria, o seguire le orme dello spaventoso Randall Flagg, il Senza Volto, il Signore delle Tenebre.
L'umanità di fronte alla pandemia sbanda tra paura e voglia di sopravvivere a qualsiasi costo: emergono i lati più oscuri dell'animo umano ma anche il coraggio di affrontare le tenebre.