Nuova edizione per il prequel del celebre Ciclo dei Vor, grande classico della fantascienza moderna
La tecnologia fa presto a diventare obsoleta: talvolta non si fa in tempo a comprare un modello di telefono cellulare che già ne viene rilasciata una nuova versione, più bella, più veloce, più funzionale...
Lois McMaster Bujold, “Gravità zero”
Urania collezione n. 194
marzo 2019
E' quello che accade alla potente GalacTech quando la Colonia Beta inventa un modo per generare un campo gravitazionale artificiale, rendendo così obsoleto il suo precedente progetto di punta: i quad, speciali operai geneticamente modificati per lavorare a gravità zero.
A quel punto, la compagnia non si fa nessuno scrupolo ad abbandonare il progetto e a eliminarli. Peccato che i quad siano di fatto esseri umani senzienti, per quanto diversi. Dovrà intervenire Leo Graf, ingegnere spaziale della GalacTech e loro maestro, per trovare un modo di permettere ai quad di continuare a vivere.
“Gravità Zero” (Falling Free, 1988), è valso a Lois McMaster Bujold un premio Nebula e una candidatura al premio Hugo.
L’autrice, figlia di un professore di Ingegneria della saldatura, crebbe con la passione per la fantascienza e un grande rispetto per il lavoro del padre, a cui è ispirata la figura di Leo Graf, il protagonista del romanzo. Probabilmente è sempre per questo motivo che nessuna legge fisica è stata maltrattata nella scrittura di questo romanzo.
Della stessa autrice Urania ha già pubblicato “L’apprendista” (The Warrior’s Apprendice, Urania Speciale n. 1211, 1993), “I due Vorkosigan” (Vorkosigan Mirror Dance, Urania Collezione n. 108, 1994), “La criocamera di Vorkosigan” (Cryoburn, Urania n. 1585, 2010).
Come questi tre titoli, anche “Gravità Zero” fa parte del cosiddetto “Ciclo dei Vor”, di cui costituisce il prequel.
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