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Ken Macleod e la fortezza dei Cosmonauti: l'introduzione di Giuseppe Lippi

Esce a ottobre con Urania collezione il primo volume del ciclo delle Macchine della Luce



Lo storico curatore della collana di Mondadori allegava una presentazione del ciclo alla prima edizione del 2008



Sinossi:

Sul lontano pianeta Mingulay i coloni di origine terrestre vivono, insieme a una razza di rettili, nella vecchia rocca costruita dagli alieni. Apparentemente si accontentano di commerciare con i kraken, un popolo di abili piloti d'astronavi, ma hanno un sogno: riportare gli esseri umani nello spazio alla guida di astronavi proprie. Sulla Terra, in un'era buia e di vari secoli precedente, l'Europa è dominata dalla Russia e il suo nemico naturale è l'America. Matt Cairns ha qualcosa che tutti vorrebbero: informazioni sul motore antigravità e sulla propulsione interstellare. Ma le due tracce temporali sono strettamente collegate, anzi, il mistero è uno solo...


L'introduzione
di Giuseppe Lippi

Si conclude il ciclo inaugurato dalla Fortezza dei Cosmonauti,
 la più originale space opera dell’anno.

Kenneth Macrae MacLeod è nato in Scozia nel 1954. Dopo aver studiato zoologia all’università di
Glasgow e aver lavorato in diversi campi, ha cominciato a pubblicare narrativa negli anni Novanta. Due romanzi del ciclo The Fall Revolution sono apparsi anche in Italia: Il piano clandestino (1995) e La divisione Cassini (1998). Il romanzo con cui lo abbiamo presentato ai nostri lettori, La fortezza dei Cosmonauti (Cosmonaut Keep, “Urania” n. 1541), è del 2000 e inaugurava la trilogia degli Engines of Light. Il secondo, Luce nera (2001, Dark Light) è uscito nel numero 1545 mentre il terzo e ultimo è il presente Engine City (2002).

L’opera di MacLeod conferma un dato che ormai da alcuni anni è sotto gli occhi di tutti: la grande rinascita della fantascienza britannica, grazie ad autori come lo stesso MacLeod, come Alastair Reynolds (di cui abbiamo acquistato il primo romanzo da Gollancz dopo lunghissime trattative e di cui pubblicheremo la prima parte, a causa della mole, a settembre) e altri liberi scrittori/pensatori. Fra i quali segnaliamo ancora Charles Stross, il già celebre Iain Banks, Stephen Baxter e quel Peter F. Hamilton di cui i lettori di “Urania” hanno potuto seguire, nell’arco di tre anni, la mastodontica trilogia dell’Alba della notte.

In MacLeod convergono tre filoni: quello spaziale, come nella Fortezza dei Cosmonauti, quello ipertecnologico del “postumanesimo” (anche se il nostro romanziere rimane vigile e cauto sui pericoli della tecnica, soprattutto per quanto riguarda la cibernetica del futuro) e infine quello politico.

Anarchismo, trotzkismo, libertarismo tornano ripetutamente nei suoi libri, e non è un caso che il titolo di questo romanzo faccia riferimento ai “cosmonauti”, la dizione russa per astronauti. Il motivo lo scoprirete, o l’avete appena scoperto, leggendo.


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Note del blogger:

I principali cicli di MacLeod non sono disponibili in ebook in italiano, mentre l'ultima serie (Corporation Wars) non è nemmeno stata tradotta.

Voto medio su Anobii all'edizione italiana di Cosmonauts Keep: 3,5/5 per 61 voti (3,6/5 per 2.995 voti all'edizione inglese)

Le opere di MacLeod sul mercato:



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