Alastair Reynolds, “Il ritorno della Demetra”, Urania Jumbo n. 54, aprile 2024
Fine diciannovesimo secolo. Il dottor Silas Coade è il medico di bordo della Demetra, una goletta partita alla volta dei gelidi fiordi norvegesi alla ricerca di un misterioso artefatto, noto solo all’uomo che ha organizzato la spedizione, e che ha trascinato lì con sé un coraggioso gruppo di avventurieri.
Quando la spedizione sembra prossima alla metà, tuttavia, la nave precipita verso una fine misteriosa.
Per il dottor Coade la tragedia sembra trasformarsi in un brutto sogno, letteralmente.
Si risveglia su un’altra spedizione, un secolo dopo, a bordo di un dirigibile Zeppelin, battezzato anch’esso Demetra, e diretto alla volta di un altro incubo di ghiaccio: le coste antartiche della Patagonia.
Lo stesso evento sembra ripetersi ancora e ancora, nel tempo e nello spazio, e l’unico che pare essere cosciente dello strano déjà-vu è proprio il dottor Silas.
Un incubo che si annida solo nella sua mente o un bizzarro effetto causato dall’artefatto alieno a cui sta dando la caccia?
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L'autore
Alastair Reynolds – Astrofisico, è nato a Barry, in Galles, nel 1966. Dopo l’esordio nei primi anni Novanta con Revelation Space (“Rivelazione /1” e “Rivelazione /2”, «Urania» nn. 1550 e 1553), ha pubblicato decine di libri, che spaziano tra la hard sf e la space opera, in cui si riconosce la sua solida formazione scientifica. Insieme a “Redemption Ark” (id., «Jumbo» n. 41) e “Absolution Gap” (id., n. 42), la serie Revelation Space è stata raccolta nel volume “Rivelazione – La prima trilogia” (Oscar Draghi Urania). Tra le sue opere ricordiamo anche “Le cronache di Medusa” (The Medusa Chronicles, 2016, «Jumbo» n. 18), scritta a quattro mani con Stephen Baxter, “I fuochi di Elysium” (Elysium Fire, 2018, n. 24), “Diamanti e turchesi” (Diamond Dogs, Turquoise Days, 2005, «Urania» n. 1697), che riunisce due celebri romanzi brevi di grande efficacia, e “Permafrost” (id., 2019, n. 1704). Traduzione di Nicola Fantini.
All’interno, il racconto “Vanishing Point” di Giovanni De Matteo. Inoltre, per Gli Imperdibili di Mauro Gaffo il meglio della fantascienza dell’anno 1967e per Oscar Vault – Il fantastico in libreria, Il pianeta delle scimmie di Beppe Roncari.