Leggiamo assieme un estratto dall'edizione integrale della Guida Galattica per gli autostoppisti, capolavoro della comicità fantastica
Facciamo storia della fantascienza assieme a Neil Gaiman, autore di American Gods, che scrive la prefazione a Niente panico nel 2003, vera e propria guida nella guida...
Prefazione
Diciassette anni fa, a un giovane scrittore era stato chiesto di scrivere una guida alla Guida galattica per gli autostoppisti (Hitchhiker’s Guide to the Galaxy). Qualche anno prima, Douglas Adams aveva acconsentito alla pubblicazione del volume da parte della Titan, ma Richard Hollis, lo scrittore prescelto, non lo aveva realizzato per ragioni che ancora oggi non mi sono chiare, e alla Titan chiesero a Kim Newman se volesse occuparsene. Lui non accettò ma, suggerì, conosceva qualcuno che aveva già intervistato parecchie volte Douglas.
Così Nick Landau, della Titan Books, mi chiamò e mi chiese se ero interessato. Volevo scrivere questo libro con tutto me stesso, e accettai.
Douglas Adams mi aprì la sua agenda. Parlai con i suoi colleghi ed ebbi accesso al suo archivio. Lessi dozzine di sceneggiature e fotocopiai tutti i ritagli stampa di Douglas. Portai a termine il videogioco della Guida galattica e lottai con primitivi programmi di videoscrittura cercando di trovarne uno che mi consentisse di scrivere delle note a piè di pagina. Però i miei momenti preferiti erano le interviste a Douglas quando lui riusciva a essere serio e divertente, nonché vagamente frastornato, tutto nello stesso tempo.
In questo libro troverete molti dei più noti aneddoti legati alla Guida galattica (sebbene parecchi di questi, come il racconto delle migliaia di persone che bloccavano le strade alla prima sessione di firme al Forbidden Planet, non si fossero ancora diffusi all’inizio del 1987, quando è stato scritto gran parte di questo libro).
Niente panico è stato aggiornato e ampliato due volte.1
David K. Dickson ha scritto i capitoli 24-26 nel 1993, mentre nel 2002 MJ Simpson ha scritto i capitoli 27-30 e revisionato tutto il testo.
Alla morte di Douglas mi sono ritrovato intervistato io stesso dai giornali e dalla radio, il suo medium preferito, per spiegare chi fosse e cosa avesse fatto, e il motivo per il quale la sua perdita fosse una tragedia. Forse, ripensando a tutto, uno degli aspetti più magici della scrittura di Douglas, come in quella del suo eroe letterario P.G. Wodehouse, era la consapevolezza che l’autore era al tuo fianco, che non stava ridendo di te, ma ti faceva sentire partecipe di quanto leggevi.
Tornando al 1987, Douglas era sconcertato dall’esistenza di questo libro, e doppiamente sconcertato dal suo successo. Cosa avrebbe combinato in un mondo nel quale avevamo non solo questo volume ma anche la non-realmente-autorizzata-ma-nemmeno-non-dichiaratamente-non-autorizzata biografia di Douglas Adams di MJ Simpson, e l’imminente realmente-autorizzata-ufficialmente biografia Wish You Were Here, esito a pensarlo.
Vorrei che fosse ancora qui. Gli manderei una e-mail e glielo chiederei. E lui mi risponderebbe con qualcosa di serio e divertente, e vagamente frastornato, tutto nello stesso tempo.
Neil Gaiman
8 luglio 2003
Tardi
1. Adesso, in realtà, tre. Guy Adams ha appena rivisto il capitolo 30, scritto i capitoli 31-37 e aggiornato l’Appendice II.