John Varley, “Irontown Blues”, Urania n. 1739, giugno 2025
Sotto l’ipnotica danza di un ventilatore a pale, una donna vestita in stile retrò noir – volto velato di nero, cappellino a pavone, larghe spalline, tacchi quadrati – si accomoda nell’ufficio dell’agenzia investigativa “Sherlock e Bach”..
Tranquilli, non siete in un romanzo di Raymond Chandler. L’edificio in questione si trova in un canyon artificiale su Luna, e la storia inizia secoli dopo il 1939, a migliaia di chilometri dalla vecchia Terra, ormai in mano all’Invasore.
Chris Bach, ex poliziotto, è un investigatore privato della colonia lunare, e Sherlock è il suo fedele segugio geneticamente modificato.
La cliente è Mary Smith, una donna affetta da paralebbra alla ricerca della persona che l’ha infettata, un uomo incontrato per caso in un locale del Livello Cinquantasei.
Ormai la medicina permette veri e propri miracoli, dallo staccarsi e riattaccarsi gli arti a piacimento, alla conservazione in vita di teste mozzate… alla moda delle malattie autoinflitte per “bellezza”.
Malattie che però non sono trasmissibili. E soprattutto, sono sempre facilmente curabili, mentre la lebbra presa dalla donna non lo è.
Chi è il misterioso lebbroso che l’ha infettata? E a quale scopo?
Per trovare le risposte, il detective Bach dovrà recarsi nel luogo più miserabile di tutto il satellite, un covo di sociopatici, violenti, paranoici e criminali nati.
Una terra di nessuno chiamata Irontown.
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L'autore
John Herbert Varley (Austin, 9 agosto 1947) è uno scrittore e autore di fantascienza statunitense. Ha vinto per tre volte il premio Hugo e due il premio Nebula, 10 volte il premio Locus, oltre ad avere vinto il Premio Prometheus e vari altri riconoscimenti.