Geografie tentacolari e geometrie non euclidee sono parte ineludibile dell’immaginario oscuro di H. P. Lovecraft, che nei decenni ha travalicato la pagina scritta per ispirare autori, illustratori e registi.
Da Aira, la città di marmo e berillio, fino a Kadath, l’ultima dimora degli Dèi della Terra, tra monti inespugnabili, deserti, foreste inestricabili, questi luoghi non sono altro che sogni.
Ma se è vero che in fondo tutte le cose umane non sono altro che sogno, questo atlante visionario non è diverso da ogni altro catalogo di posti mai visitati.
A compilarlo è Carlo Baja Guarienti, aiutato dalla matita di Alberto Ponticelli, con una postfazione di S.T. Joshi e la mappa disegnata da Francesca Baerald.
Ciò che ne esce è una imperdibile guida ai reami fantastici nati dalla penna del Solitario di Providence.
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L'autore
Howard Phillips Lovecraft (Providence, Rhode Island, 1890-1937), iniziò giovanissimo a collaborare con riviste quali «The Vagrant», la sua «Conservative» e i quotidiani di Providence.
Dal 1924 visse a New York per due anni e nel 1926 si ristabilì nella città natale, dove riprese a scrivere i numerosi racconti soprannaturali che pubblicò su riviste come «Weird Tales». Tra i racconti più conosciuti ricordiamo Dagon, racconti illustrati (1917), Il richiamo di Cthulhu (1926), L'orrore di Dunwich (1928) e Le montagne della follia (anche in ed. illustrata, 1931).