Alessandro Montoro, vincitore Premio Urania Short 2022, e il suo nuovo romanzo Gli abissi dei porci - Intervista

Abbiamo fatto quattro chiacchiere col vincitore del Premio Urania Short, che raccoglie i migliori racconti di fantascienza votati dai lettori



In concomitanza con l'uscita del suo nuovo romanzo abbiamo parlato con Alessandro Montoro dei suoi nuovi progetti e, più in generale, di fantascienza italiana e non solo..


Ecco l'intervista!



Ciao Alessandro, ci siamo sentiti circa un anno fa, avevi appena vinto il Premio Urania Short 2022 e ci avevi anticipato i progetti futuri, compreso il nuovo romanzo in uscita in questi giorni, ci vuoi anticipare qualcosa?

AM: Per me è un piacere essere di nuovo vostro ospite. Sì, dall’ultima volta sono cambiate parecchie cose. Sono stato eletto prima vincitore e poi vincitore assoluto dell’Urania Short 2022 e, da quel momento, la visibilità è aumentata. Ho continuato a pubblicare racconti, ma adesso con Gli abissi dei Porci esordisco nuovamente, nella narrativa lunga. È un’opera impegnativa, piena di sostanza, che presenta la mia tipica densità in forma di romanzo. Attendo con ansia il giudizio e le opinioni dei lettori e della critica, sono aperto a tutto pur di migliorarmi. 

Considero Gli abissi dei Porci il “mio Ubik”, senza volermi paragonare ovviamente al sommo capolavoro di Dick. Il tono, tuttavia, è affine. Per il futuro ho sempre in carreggiata la mia produzione di racconti, anche se andrà inevitabilmente a rilento causa scrittura romanzi. Punto sempre al Premio Urania per romanzi e al Premio Odissea. Mentre scrivo ancora non sono usciti i risultati, ho due differenti romanzi, più grandi e potenti di quello in uscita, per forza di cose. Anche arrivare in finale a questi due concorsi non è uno scherzo. Praticamente è un miracolo. Concorsi e racconti sporadici su commissione e non, questo al momento si pone davanti a me. Vedremo!


Nei recenti contest indetti dalla rivista Urania i nuovi autori italiani vengono sempre votati, le Cassandre sulla fantascienza nostrana hanno visto male? La fantascienza italiana sta vivendo una nuova giovinezza? 

AM: Ahh, su questo tema proprio ci sarebbero valanghe di pagine da scrivere. Sì, ci hanno visto male, le Parche della fantascienza hanno sbagliato filo. La fantascienza italiana sta rinascendo, c’è un grandissimo fermento. Ciò è testimoniato anche dall’interesse cinematografico nelle opere italiane di autori italiani.

Urania viene letto, anche se purtroppo sempre troppo poco da giovani, ma viene letto. Gli autori italiani colonizzano tutto il cosmo orbitante intorno alla famosa collana Mondadori, andando a raggiungere editori grandi e piccoli che sputano fuori la loro sete editoriale in maniera netta e chiara. Non farò nomi di etichette salvo Urania, le conosciamo tutte direi. Io, lato mio, cerco di frequentare tutti i livelli editoriali, senza darmi limiti. Mi si può trovare sia con il piccolo editore regionale sia con il colosso nazionale. Meglio farsi vedere ovunque!

Regalerò una previsione anche io, oggi. La fantascienza italiana spiccherà davvero il volo il giorno in cui Urania Mondadori inaugurerà una collana AD HOC SOLO per autori italiani. Immagina un Urania Collezioni Italia, ecco.


Pensi ci sia una sorta di snobismo verso gli autori italiani da parte del nostro pubblico?

AM: Troppo. Una marea di volte ho letto “eh no, questi autori italiani non sono al livello degli altri [americani, ndr]”.

Questo è un comportamento da mentalità chiusa. Credo che sia ora che il pubblico la smetta di idolatrare i grandi classici e si concentri sul nuovo. In questo senso auspico una sorta di “futurismo” applicato alla fantascienza. Via il vecchio e dentro il nuovo. Ovviamente, i grandi classici vanno letti e apprezzati, ma non devono formare pile di cadaveri in decomposizione a barriera della scoperta.

Un po’ novocarnista questo commento, ma d’altronde anche io faccio parte del movimento di rinnovamento della fantascienza italiana.

Occorre abituarsi all’idea che i dischi volanti possano atterrare anche a Piazza del Popolo a Roma. Bisogna abbandonare i “John White, FBI Agent” e abbracciare “ANTONIO IL BENZINAIO”. Non si può scrivere di ciò che non si conosce.

Siamo in Italia, scriviamo di fantascienza più vicina a noi! Gli autori italiani non hanno nulla da invidiare al resto del mondo. Abbiamo delle vere e proprie bestie sacre nel nostro paese!


Hai qualche critica o pensi che qualcosa non funzioni nel nostro mercato dell’editoria e, in particolare, dell’editoria di genere?

AM: I social. Le etichette che dovrebbero avere i social non ce li hanno, e chi li ha li usa male. Farsi leggere da esordiente è dura, ci ho messo ben 1 anno per farmi strada verso la prima pubblicazione.

C’è un male sottile che infesta l’editoria di genere, e si chiama young adult (YA per brevità). Non lo critico per quello che è, ma per come ne viene abusato. Anche io leggo ciò a volte, e ne ho scritto anche uno (premiato pure, Oltre il cielo). Dico solo che gli editori tendono ad accettare e spingere gli YA di più rispetto ad altre tipologie. Abbiamo mille The Hunger Games,  centinaia di saghe varie da parte di autori che si focalizzano sulle saghe. Serie, saghe, sono il male dal mio punto di vista, ma prendi questo come critica personale; magari sbaglio. Io ho la stessa avversione per le saghe quanto il mio collega illustre Dario Tonani ce l’ha per le etichette.

Chi si concentra su saghe, secondo me, sacrifica creatività. Si lega troppo a personaggi, luoghi, si trastulla sempre con le stesse materie. Come mi ha insegnato uno dei miei maestri, Franco Ricciardiello (di cui ho avuto il grande piacere di ricevere la prefazione per Gli abissi dei Porci), non bisogna legarsi ai propri scritti. Occorre distacco, altrimenti non si riesce a progredire.

L’evoluzione è il contrario delle saghe. Se le case editrici imparassero ad accettare autori che non si legano a saghe specifiche come esordio secondo me ci sarebbe anche più attenzione da parte del pubblico. Ci sarebbe un occhio nuovo. Scoprirebbero che si può scrivere tanto anche senza parlare dell’ennesimo impero galattico dal nome impronunciabile e del suo erede al trono teenager dal nome incomprensibile.

Lo so, sono caustico, ma non ho peli sulla lingua.


Torniamo ai tuoi recenti successi: è cambiato qualcosa da quando hai più visibilità? Che rapporto hai col pubblico? 

AM: mi scrivono in tanti. Vengo trattato come una specie di mini celebrità nell’ambito e ancora non mi ci sono abituato pienamente. Cerco sempre di mostrarmi allo stesso modo con i lettori, evitando come la morte di tirarmela. Se sbaglio sbaglio. Se scrivo roba malvagia ho fatto schifo, e lo ammetto. Ovviamente se devo flexarmi con il premio lo faccio, non lo nego, però con criterio. Infatti, sulla cover de Gli abissi dei Porci ci sarà scritto del prestigioso riconoscimento.

Serve alle vendite. Serve al personaggio. Ormai nel fandom mi sono fatto un piccolo nome di scrittore prolifico, e ciò mi va bene. Per me scrivere è un piacere, sono pronto a qualunque cosa pur di farmi notare dagli editori, perfino a stravolgere le mie idee e i miei scritti. Sono fluido, mi evolvo per soddisfare le esigenze di chi pubblica e del pubblico.

Adoro le interviste, infatti rispondo alle domande con grande piacere. Vorrei che i lettori si accorgessero che la fantascienza in Italia è viva e vegeta. Gli autori sono disponibili a interagire con il pubblico. Per me è un grande onore far parte del panorama. Un mio lettore mi ha fatto wikipedia, lo sapevi? Una grandissima sorpresa!


Ho visto, ho visto.. Ma pensi che la fantascienza abbia, in qualche modo, detto tutto o deve ancora dire qualcosa? Dove sta andando la letteratura fantastica e che piega ha preso negli ultimi anni secondo te?

AM: La fantascienza al momento si trova in un punto critico, ma non in senso negativo. Deve dire ancora tanto, perché ogni letteratura è figlia del suo tempo. Stiamo vivendo tante rivoluzioni tecnologiche ipotizzate nell’epoca d’oro. Noi siamo già nella fantascienza di trenta anni fa, occorre andare oltre.

Ci sono tanti movimenti, scrittori nuovi, molto fermento. Non posso parlare per il fantasy, mi sembra tutto uguale (discorso delle saghe di prima), ma per la fantascienza posso dire che stanno emergendo nuovi nomi. Il ricambio generazionale è iniziato e la fantascienza italiana in particolare si sta evolvendo verso una propria identità e consapevolezza. I prossimi anni saranno incredibili, te lo garantisco.


Dicevamo dei social.. Ma che rapporto hai coi social? Ti aiutano nella tua professione di scrittore?

AM: di base li odio. Li odio perché ormai senza social non fai più nulla. Cerco di postare storie ogni giorno, provando a interagire con il pubblico e collaborando con bookstagrammer e anche Sintografi per fanart (artisti dell’AI, di cui sono a favore se te lo stai chiedendo).

Aiuta, certo. Instagram fornisce il motore centrale. Facebook è più una bacheca cittadina della fantascienza italiana, dove vedi premi e parli con scrittori su canali più privati. Instagram è il vero show business.

TLTR: odio i social, ma senza non sei niente (e alcuni editori questo ancora non l’hanno capito).


Le recenti serie TV stanno, in parte, rilanciando generi e autori legati alla letteratura fantastica, contemporanea o classica. Cosa pensi in merito? Segui qualche serie TV? 

AM: non seguo l’universo di Star Wars, per i miei gusti è troppo piatto. Per me SW inizia e finisce con i primi sei film. Però è buono che ci siano anche altre serie, come The Last of Us, che danno carburante alla fantascienza! La mettono al centro della piazza. Tutti la vedono, tutti ne parlano.

L’ultima serie scifi che ho visto è stata The Peripheral, davvero gustosa. Vedo principalmente film di fantascienza.


Hai qualche autore ancora sconosciuto in Italia che vorresti consigliare ai lettori nostrani e, magari, agli editori?

AM: al momento mi vengono solo un paio di nomi. Stefano Spataro e Linda Talato, due colleghi Delos Digital. Stefano fa parte de La nuova carne ed è scrittore e saggista, estremamente preparato. Linda si è affacciata nel mondo del crime e della distopia e se la cava. Sono giovani come me, sono nomi nuovi. 



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L'autore

Alessandro Montoro vive a Roma. Lavora come consulente per una grande multinazionale di IT ricoprendo il ruolo di Team Leader nel settore della AI. Ha studiato presso l’Università degli Studi di Roma "La Sapienza", conseguendo una laurea triennale in fisica e una magistrale in matematica. Possiede una licenza di Solfeggio ed è principalmente pianista. 




Esordisce come scrittore di narrativa fantascientifica con Per un’abiura in meno (2021) per Delos Digital e prosegue pubblicando altri romanzi brevi con cadenza di circa uno al mese, come Oltre il Cielo (2022), Saldi sull'Eternità (2022), Mercanti di polmoni (2022), assieme a molti altri.

Con il racconto Partenogenesi (2022) compare in Urania Collezione.

A ottobre 2022 è vincitore della sesta edizione del Premio Urania Short con La Causa Fantasma (2022), presentato nella collana Urania nel numero 1707, in appendice al romanzo Spine di Franci Conforti. Il premio inizialmente era condiviso con altri due racconti scritti da altri autori, e tutti e tre i racconti erano stati pubblicati nello stesso fascicolo di Urania. A seguito di votazione da parte dei lettori, il 25 gennaio 2023 il Blog ufficiale di Urania ha comunicato che La Causa Fantasma si è classificato al primo posto nella competizione.