Gender nella fantascienza: TRITON di Samuel R. Delany


Il romanzo è ambientato nel XXII secolo: Marte e diversi satelliti dei pianeti esterni sono stati colonizzati dall'uomo e qui si sono formate comunità indipendenti dalla Terra. Gran parte dell'opera è ambientata su Tritone, una luna di Nettuno. La società ha una forte impronta liberale e libertaria, il governo è quasi assente, anzi praticamente nullo è il suo intervento sulla vita quotidiana di ogni cittadino. Esiste addirittura un intero quartiere della capitale dove la legge è assente, neanche applicabile, una sorta di zona franca appositamente e legalmente predisposta a questo scopo.

Il tratto distintivo della società di Tritone, e dei satelliti in generale, è il livello tecnologico raggiunto dalla bio-ingegneria che consente, facilmente e in poco tempo, di modificare il proprio corpo e la propria mente assecondando le inclinazioni sessuali del momento e addirittura potendo arbitrariamente imporre al proprio corpo i gusti desiderati in termini, per esempio, di scelta del partner.


L'istituzione famigliare è praticamente sparita; pochi sono coloro che decidono di avere figli e, anche nel caso, spesso vivono solo con la madre o con il padre. Gli individui o i gruppi "famigliari" vivono per la maggior parte in comuni, alcune delle quali sono libere mentre altre sono specializzate per un determinato sesso e/o orientamento sessuale. Il denaro è abolito, ciascun cittadino è dotato di un credito, il cui livello dipende dalla mansione lavorativa svolta, ma un insieme di servizi minimo è garantito anche a chi ne è privo.

Il protagonista del romanzo è Bron Helstrom, di professione metalogico (una strana forma di disciplina matematica ideata e in parte teorizzata all'interno del romanzo dall'autore medesimo) che ha passato la giovinezza su Marte, lavorando come prostituto (sul pianeta rosso la situazione terrestre è ribaltata, dato che la prostituzione femminile è invece illegale).

La sua vita, ragionevolmente felice come viene definita inizialmente, viene sconvolta dall'incontro con un'artista, una teatrante, la Spiga, per cui Bron sembra provare un'attrazione irresistibile e autodistruttiva. La furia devastatrice che attraversa l'esistenza di Bron è parallela allo scoppio delle atrocità della guerra tra i pianeti interni, Terra e Marte, e i Satelliti Esterni, tra le cui schiere entrerà anche Tritone e un po' per caso lo stesso protagonista si troverà invischiato.

Il romanzo trasmette un messaggio sociologico molto forte. Come suggerisce il nome rivisto dell'opera, Trouble on Triton: An Ambiguous Heterotopia, l'autore immagina un luogo, sia fisico che mentale, "altro", fuori dall'ordinario, da ciò che da secoli siamo stati abituati a concepire.
La ricchezza "concettuale" dell'opera si riscontra in numerosi passaggi, in forma di monologhi, dialoghi, riflessioni, ricchi di spunti politici, sociologici, filosofici. Affascinante è la costruzione della metalogica, una disciplina, piuttosto oscura, ma che mira sostanzialmente a definire i contorni di significato che può assumere il ragionamento logico propriamente detto.

L'intreccio risente inevitabilmente di questa impostazione. Soprattutto nella prima metà dell'opera, infatti, il ritmo narrativo è molto basso e le scene si susseguono in quello che sembra essere una sorta di rappresentazione teatrale, senza che traspari un vero e proprio filo conduttore.
Nel complesso il romanzo è un'opera molto valida, ricchissima di spunti di riflessione, che consigliamo sicuramente a chi apprezza il genere sociologico e ovviamente a tutti gli amanti di questo autore, molto sui generis.